In questo articolo ti spiegherò come aprire una partita iva come amministratore di condominio in regime forfettario analizzando anche gli aspetti relativi all’INPS e alla camera di commercio.
Cosa fa un amministratore di condominio?
Un amministratore di condominio è la figura che si occupa della gestione e dell’amministrazione dei condominii. Tra le principali responsabilità rientrano:
- l’amministrazione economica del condominio, che include la gestione delle spese condominiali, la stipula dei contratti di fornitura di energia elettrica, gas e acqua potabile, la gestione dei conti correnti e l’amministrazione delle fatture.
- La gestione tecnica del condominio, che include la manutenzione ordinaria degli impianti comuni, l’organizzazione delle riparazioni e degli interventi di manutenzione straordinaria, la gestione delle autorizzazioni e delle pratiche edilizie.
- La gestione burocratica del condominio, che include la tenuta delle assemblee condominiali, la gestione delle controversie tra i condomini, la stesura dei verbali e la gestione delle comunicazioni.
Quali sono i requisiti richiesti?
La professione di amministratore di condominio è stata oggetto di numerosi interventi. Innanzitutto è necessario aver conseguito un diploma di scuola secondaria. Non è richiesto uno specifico titolo di studio, tuttavia è consigliabile avere svolto una formazione tipica da geometri.
Inoltre, è necessario aver frequentato un corso di formazione iniziale che consente di assimilare i concetti di base (normativa, estimo ed altro) per poter avviare la propria attività. Non solo, infatti, è necessario seguire corsi di aggiornamento periodico perché le competenze di un amministratore di condominio devono essere in costante aggiornamento.
Infine, è molto importante costruire delle connessioni e delle collaborazioni con professionisti, artigiani e imprese varie per poter garantire un servizio efficiente ai condomini.
Aprire una partita iva come amministratore di condominio in regime forfettario.
Per amministrare condomini è strettamente necessario aprire una partita iva; solo in questo modo puoi svolgere in modo professionale questo tipo di attività.
In primo luogo, dovrai valutare il regime fiscale più adatto alla propria attività. Se stai per aprire una nuova attività, o ne hai già avviata una che è in fase di start up, sicuramente dovrai optare per il regime forfettario. In alternativa ci sono altri inquadramenti come l’impresa semplificata in contabilità semplificata fino ad arrivare alla società a responsabilità limitata per chi ha un livello di fatturato elevato.
Spesso le attività di amministrazione di condomini sono svolte da geometri o altri professionisti affini (ingegneri e architetti), infatti, un professionista regolarmente iscritto all’albo può svolgere le citate attività senza l’obbligo di integrare il codice attività.
Dunque, questa attività può essere svolta in forma di impresa o come libero professionista. Se l’attività è svolta in forma di impresa allora è necessario iscriversi in camera di commercio e comporta un iter più lungo e leggermente più complesso perchè è necessario predisporre una pratica chiamata ComUnica con la quale si notifica a vari enti pubblici l’apertura della propria attività (Agenzia Entrate, INPS, INAIL ecc.). Questa procedura invece ha un costo variabile in base alla complessità della pratica e agli enti coinvolti nella comunicazione.
Invece, per essere inquadrato come libero professionista devi affidarti a un Dottore Commercialista che redigerà la pratica telematica per tuo conto (modello AA9). In pochissime ore i server di Agenzia Entrate restituiranno il certificato di partita iva dal quale è possibile leggere il numero di partita iva e altri dati utili al contribuente. In alternativa puoi redigere il documento per la richiesta di partita iva in autonomia. Richiedere una partita iva come libero professionista non ha alcun costo.
Cos’è il Regime Forfettario?
Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato introdotto in Italia nel 2015 per favorire la crescita e la competitività delle piccole imprese e dei professionisti. In questo regime, i contribuenti pagano un’imposta sostitutiva in misura fissa, in base al proprio fatturato annuo, alleggerendo moltissimo gli adempimenti fiscali e burocratici.
Per le nuove attività è prevista un’aliquota d’imposta pari al 5% per i primi 5 anni. Dal sesto anno di attività, in poi, l’aliquota d’imposta si alza al 15%. Inoltre, i liberi professionisti che hanno scelto l’opzione per il forfettario sono esentati dalla ritenuta d’acconto sui compensi ricevuti dai committenti.
Quali sono gli altri vantaggi per scegliere questo regime?
Tra gli ulteriori vantaggi del regime forfettario ci sono la semplificazione degli adempimenti fiscali, la riduzione della burocrazia, la non applicazione dell’IVA alle operazioni di vendita che rende molto più competitivi rispetto alle altre imprese o professionisti in regime ordinario!
Un altro importantissimo vantaggio riguarda il mondo della previdenza, infatti, con il regime forfettario è possibile chiedere una riduzione dei contributi INPS relativi alla gestione commercianti e artigiani.
Tuttavia, il regime forfettario ha anche alcune limitazioni, ad esempio, non consente la detrazione dell’IVA sulle spese sostenute e, inoltre, i costi dell’attività sono riconosciuti in modo forfettario, pertanto non è possibile dedurre alcun costo.
In sintesi, il regime forfettario rappresenta una buona opportunità per le piccole imprese e i professionisti che vogliono semplificare la gestione delle proprie imposte e concentrarsi sulla crescita del proprio business. Tuttavia, è importante valutare attentamente le proprie esigenze e la propria situazione fiscale prima di aderire a questo regime.
Le cause di esclusione dal regime forfettario.
Nel corso degli anni le cause di esclusione sono state modificate molte volte. Ti suggerisco di approfondire le cause di esclusione dal regime forfettario con questo articolo per evitare sorprese.
Le più importanti cause di esclusione da questo regime sono:
- il superamento della soglia dei ricavi di 85.000 euro;
- il possesso di partecipazioni in società di persone, associazioni professionali o srl in regime di trasparenza fiscale;
- lo svolgimento di specifiche attività escluse per legge dal regime forfettario;
- percezione nell’anno di redditi da lavoro dipendente in misura maggiore ai 30.000 euro lordi.
Gli adempimenti per diventare amministratore di condominio.
Dopo aver introdotto il regime forfettario e i suoi vantaggi è necessario approfondire gli altri adempimenti necessari all’apertura di una nuova attività come amministratore di condominio.
Questo lavoro può essere svolto in modo diverso:
- Impresa individuale;
- Libera professione senza albo;
- Libera professione con albo.
Impresa individuale.
Trattandosi di attività commerciale svolta in forma di impresa, dovrai necessariamente iscrivere la tua impresa individuale in regime forfettario in camera di commercio.
L’amministrazione di condomini è una sottocategoria delle attività immobiliari e il codice ATECO da selezionare è il seguente:
- 68.32.00 – Amministrazione di condomini e gestione di beni immobili per conto terzi.
L’inquadramento fiscale e civilistico di una nuova attività determina la scelta di quale contribuzione INPS sarà necessario versare allo Stato. Trattandosi di attività commerciale dovrai iscriverti alla gestione commercianti INPS. Questo comporta un versamento di contributi fissi ogni trimestre oltre a un’eventuale eccedenza in caso di superamento di determinate soglie reddituali. Per valutare la tua posizione e la soluzione migliore fissa un appuntamento senza impegno.
Libera professione senza albo.
Questa attività può essere svolta anche come libero professionista. Il codice ATECO rimane il medesimo:
- 68.32.00 – Amministrazione di condomini e gestione di beni immobili per conto terzi.
Trattandosi di attività libero professionale senza albo è necessario iscriversi alla gestione separata INPS. Questo comporta un versamento di contributi a percentuale in base al reddito conseguito dall’attività.
Libera professione con albo.
Come già accennato un libero professionista iscritto all’albo, come ad esempio geometri, architetti o ingegneri, possono affiancare l’attività di amministrazione di condominii.
In questo caso non è necessario integrare il codice ateco in quanto l’attività è comunque compatibile con le rispettive professioni. Dunque, gli adempimenti previdenziali seguiranno quelli tipici della cassa professionale (CIPAG o INARCASSA).
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