Aprire una partita IVA come elettricista in regime forfettario è un passo fondamentale per avviare la propria attività nel settore dell’impiantistica e delle costruzioni operando in modo autonomo. In questa guida ti spiegherò i passaggi necessari per aprire una Partita IVA in regime forfettario come elettricista fornendoti tutte le nozioni di base.
Come diventare elettricista e aprire la propria impresa?
Per aprire la propria impresa è importante acquisire la formazione e le certificazioni necessarie. La miglior formazione ed esperienza si acquisisce in cantiere ma, purtroppo, non è sufficiente!
Requisiti professionali per elettricista in regime forfettario.
Un elettricista può compiere diverse tipologie di lavori, infatti, si possono svolgere:
- manutenzioni ordinarie;
- manutenzioni straordinarie e installazioni di impianti elettrici;
- installazioni di antenne o impianti radiotelevisivi;
- installazione di impianti di produzione energia elettrica da fonti rinnovabili (impianti FER);
- installazione di impianti di sollevamento persone.
Ricordati che le imprese che esercitano attività di impiantistica o di installazione degli impianti, devono rispettare i dettami normativi del DM 37/2008.
Questo Decreto ministeriale prevede delle lettere che distinguono i vari artigiani, tuttavia per un elettricista rilevano prevalentemente le lettere A) e B):
A) Impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell’energia elettrica, impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, nonché gli impianti per l’automazione di porte, cancelli e barriere;
B) Impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere.
Per acquisire i requisiti professionali sarà necessario autodichiarare il possesso di determinati titoli di studio, ovvero corsi abilitanti o, infine, esperienza pluriennale in ambito lavorativo.
I requisiti tecnico professionali sono alternativamente i seguenti:
- Diploma di laurea in materia tecnica specifica, conseguito presso un’Università statale o legalmente riconosciuta.
Ad esempio le lauree magistrali in ingegneria, fisica e architettura abilitano all’esercizio dell’attività di impiantistica con
riferimento a tutte le lettere (lettere a, b, c, d, e, f, g) indipendentemente dal piano di studi adottato. - Diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria presso un istituto statale o legalmente riconosciuto, seguiti da un periodo di inserimento di almeno due anni continuativi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore. In base al tipo di attività il periodo di inserimento può variare e pertanto è necessario analizzare con precisione il tipo di requisito professionale che si vorrà acquisire.
Acquista esperienza, fatti conoscere e sviluppa la tua idea!
Per i primi anni di lavoro cerca di affiancarti a un maestro che possa insegnarti tutti i segreti del mestiere. Prima di aprire la Partita IVA, è consigliabile programmare che tipi di lavoro stai cercando, se puoi collaborare con imprese edili già avviate, quanti cantieri si possono gestire in autonomia e così via. Insomma, è necessario pensare a un semplicissimo business plan. Questo ti aiuterà a identificare la tua nicchia di mercato, a definire i tuoi obiettivi commerciali e a valutare la concorrenza. Considera anche i costi operativi, come attrezzature, materiali e strumenti necessari per svolgere l’attività di elettricista.
Ricordati che potrai lavorare in cantieri per la costruzione e certificazione di impianti elettrici, potrai svolgere delle semplici manutenzioni ordinarie o potrai dedicarti agli edifici commerciali.
Per far crescere la tua attività come elettricista, è importante investire nella promozione e nel networking. Crea un sito web professionale per mostrare i tuoi lavori e cerca di collaborare con imprese del tuo settore. Il passaparola farà il resto del lavoro.
Aprire una partita iva come elettricista in regime forfettario.
Per aprire una partita iva come elettricista in regime forfettario è obbligatorio iscriversi in camera di commercio costituendo un’impresa individuale. Questo avrà dei risvolti anche dal punto di vista dei contributi INPS.
Aprire un’impresa individuale richiede dei costi per le pratiche amministrative in base agli enti da coinvolti; inoltre, è necessario iscriversi in camera di commercio compilando una pratica telematica che si chiama ComUnica. Grazie a questa pratica, in un’unica volta, verranno coinvolti gli enti necessari (Agenzia Entrate, Camera di commercio, INPS e INAIL).
Per questo tipo di attività, inoltre, è necessario presentare una SCIA alla Camera di Commercio competente nella quale verrà dichiarato il possesso dei requisiti professionali al fine di “acquisire le lettere”.
Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA).
La SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) è un documento che serve per segnalare l’avvio di un’attività economica e viene presentato allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) del comune in cui verrà avviata la nuova attività. In alcuni casi la SCIA deve essere presentata ad altri enti come la Camera di Commercio competente.
La SCIA è obbligatoria per alcune attività economiche, come ad esempio l’apertura per alcune attività commerciali, artigianale o di servizio.
Il modulo usato per la SCIA contiene informazioni sulla natura dell’attività, sulla sua ubicazione, sulle modalità di esercizio, sulle caratteristiche dell’immobile in cui si svolge l’attività, sulle eventuali attrezzature necessarie e sui dati del titolare dell’attività. In alcuni casi, assieme alla SCIA, possono essere richiesti ulteriori documenti come l’autorizzazione sanitaria, la licenza per vendita alcolici e altro.
Questa autorizzazione è importantissima perchè, se richiesta, in caso di mancata presentazione della SCIA è possibile che vengano applicate sanzioni amministrative tra cui la sospensione dell’attività.
Cos’è il Regime Forfettario?
Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato introdotto in Italia nel 2015 per favorire la crescita e la competitività delle piccole imprese e dei professionisti. In questo regime, i contribuenti pagano un’imposta sostitutiva in misura fissa, in base al proprio fatturato annuo, alleggerendo moltissimo gli adempimenti fiscali e burocratici.
Per le nuove attività è prevista un’aliquota d’imposta pari al 5% per i primi 5 anni. Dal sesto anno di attività, in poi, l’aliquota d’imposta si alza al 15%. Inoltre, i liberi professionisti che hanno scelto l’opzione per il forfettario sono esentati dalla ritenuta d’acconto sui compensi ricevuti dai committenti.
Quali sono gli altri vantaggi per scegliere questo regime?
Tra gli ulteriori vantaggi del regime forfettario ci sono la semplificazione degli adempimenti fiscali, la riduzione della burocrazia, la non applicazione dell’IVA alle operazioni di vendita che rende molto più competitivi rispetto alle altre imprese o professionisti in regime ordinario!
Un altro importantissimo vantaggio riguarda il mondo della previdenza, infatti, con il regime forfettario è possibile chiedere una riduzione dei contributi INPS relativi alla gestione commercianti e artigiani.
Tuttavia, il regime forfettario ha anche alcune limitazioni, ad esempio, non consente la detrazione dell’IVA sulle spese sostenute e, inoltre, i costi dell’attività sono riconosciuti in modo forfettario, pertanto non è possibile dedurre alcun costo.
In sintesi, il regime forfettario rappresenta una buona opportunità per le piccole imprese e i professionisti che vogliono semplificare la gestione delle proprie imposte e concentrarsi sulla crescita del proprio business. Tuttavia, è importante valutare attentamente le proprie esigenze e la propria situazione fiscale prima di aderire a questo regime.
L’inquadramento previdenziale come elettricista.
L’inquadramento fiscale e civilistico di una nuova attività determina la scelta di quale contribuzione INPS sarà necessario versare allo Stato. Trattandosi di attività artigianale dovrai iscriverti alla gestione artigiani e commercianti INPS.
Questo comporta un versamento di contributi fissi ogni trimestre oltre a un’eventuale eccedenza in caso di superamento di determinate soglie reddituali. Tuttavia, grazie al regime forfettario, potrai ottenere una riduzione dei contributi da versare ogni anno.
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Codice ateco come elettricista in regime forfettario.
Il codice ateco da scegliere come elettricista in regime forfettario può variare in base al tipo di attività svolta:
- 43.21.01 – Installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione (inclusa manutenzione e riparazione);
- 43.21.02 – Installazione di impianti elettronici (inclusa manutenzione e riparazione);
- 43.21.03 – Installazione di impianti di illuminazione stradale e dispositivi elettrici di segnalazione, illuminazione delle piste di aeroporti (inclusa manutenzione e riparazione);
- 43.21.04 -Installazione di insegne elettriche e impianti luce (incluse luminarie per feste).
Le cause di esclusione dal regime forfettario.
Nel corso degli anni le cause di esclusione sono state modificate molte volte. Ti suggerisco di approfondire le cause di esclusione dal regime forfettario con questo articolo per evitare sorprese.
Le più importanti cause di esclusione da questo regime sono:
- il superamento della soglia dei ricavi di 85.000 euro;
- il possesso di partecipazioni in società di persone, associazioni professionali o srl in regime di trasparenza fiscale;
- lo svolgimento di specifiche attività escluse per legge dal regime forfettario;
- percezione nell’anno di redditi da lavoro dipendente in misura maggiore ai 30.000 euro lordi.
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